Il potere delle Solar Sisters

“Investi in una donna, investi nel futuro”

Oggi vi parlo di un esempio di soluzione contro la povertà che coniuga imprenditorialità, sostenibilità ambientale ed empowerment di genere*; tutte grandi questioni che sto affrontando nella mia tesi di laurea magistrale, e che rimbalzano in ogni documento delle grosse organizzazioni e agenzie dell’ONU che si occupano dello sviluppo dei paesi del cosiddetto Terzo mondo. Tuttavia, penso ci siano elementi su cui riflettere e che possono servire da esempio anche qui in Italia, soprattutto per la mia generazione – che di prosperità nel suo futuro non ne vede tanta.

Per affrontare il problema della diffusione dell’energia in zone dell’Africa dove non esiste (e probabilmente non esisterà mai) una rete elettrica, si può prendere l’esempio di Solar Sisters, impresa sociale, prevalentemente orientata al non profit, ma che usa un approccio di mercato per diffondere impianti solari a basso costo per alimentare le lampade domestiche o ricaricare i cellulari. Ciò avviene tramite una rete di imprenditrici a cui viene permesso di accedere al capitale per iniziare l’attività e ricavare fin da subito un profitto dalla vendita diretta nei villaggi. Tale impostazione ha un impatto diretto sia in termini di empowerment delle donne che di miglioramento della salute e dell’ambiente. Nelle aree rurali sono infatti le donne che si occupano dell’energia, percorrendo spesso lunghe distanze per acquistare carbone, cherosene per le lampade tradizionali o per raccogliere legna da bruciare. Tale sistema (attualmente usato dal 90% delle famiglie in Uganda, ad esempio) è allo stesso tempo dispendioso, inquinante e dannoso per la salute, nonché pericoloso per il rischio di incendi ad esso connesso. L’alternativa è quindi un meccanismo più pulito e conveniente, che si diffonde grazie a donne che conoscono bene le proprie comunità e le esigenze del mercato locale. Un’altra forma di “esternalità” positiva riguarda l’istruzione, ed è rappresentata dal fatto che i bambini e le bambine, nonostante l’impegno nei lavori domestici, possono avere energia elettrica e luce durante le ore serali e quindi studiare di più.

Per saperne di più, leggete (in inglese) l’intervista a Katherine Lucey, CEO di Solar Sisters

*L’articolo è un breve estratto dal terzo capitolo (“Le politiche di riduzione della povertà: teorie e risultati”) della mia tesi magistrale sull’agenda ONU per lo sviluppo post-2015.

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