Ciao!
Se segui come tanti questo blog, già mi conosci un po’.
Oggi ti racconto un altro lato di me.
Iniziamo da alcuni dati:
- Classe 86.
- Alto 1.88.
- Ruolo: scrittore. Ma anche guardia, ala o pivot (a seconda delle circostanze).
La mia fissa per il basket inizia nel lontanissimo 1996, quando mi iscrivo alla squadra di minibasket del mio paese, Gaeta. Per quello devo dire grazie a mio padre. Dopo un anno distastroso di karate, ero lì lì per darmi alla pallavolo, dopo che mia sorella mi aveva fatto il lavaggio del cervello a forza di Mila e Shiro…
Proprio in quel periodo cominciano i miei pellegrinaggi regolari in edicola per comprare American Superbasket.
E BUM!
Mi si apre un mondo. Un mondo fantastico, in cui stelle come Michael Jordan e i suoi Bulls si apprestavano a mettere in fila il nuovo three-peat, e altri fenomeni poco più che adolescenti come Kobe Bryant e Kevin Garnett cominciavano ad attirare l’attenzione, per il loro talento e i contratti multimilionari appena siglati.
L’enbiei, madonna.. Che passione.
Ma c’era anche Superbasket, quello normale, più piccolo, con tutte le notizie sulla pallacanestro nazionale e continentale. Quella del mitico Carlton Myers, dell’oro europeo del 99, di cui conservavo gelosamente il calendario con gli highlights (e il retro di pose semi-nude dell’allora squadra femminile campione d’Italia).
La mia è una passione come quella di tanti, tantissimi.
Quelli che come me magari ogni tanto il calcio lo seguono pure, costretti come sono dalle circostanze.. ma che in fondo lo considerano uno sport inferiore alla pallacanestro. Mai lo stesso livello di emozioni, la stessa dinamicità del basket. Niente da fare.
Una passione che non mi ha mai veramente abbandonato, anche quando per unbrutto infortunio ho dovuto dire addio ai miei sogni di ragazzino, per poi tornare a giocare tra amici al campetto, e in qualche squadra dilettantistica, solo molto tempo dopo.
Ho inserito questa categoria nel blog è per quelli come me che hanno ancora, o hanno appena scoperto questa grande cosa che è il BASKET.
E’ il mio modo di riempire un vuoto. Di raccogliere storie, libri e racconti di chi
questo sport non solo lo gioca, ma lo studia, lo respira, lo sogna.
Perché queste storie di basket sono una scuola di vita, un modo per crescere sani, un grido di rivincita contro le piccole e grandi brutture del mondo.
P.S.
Vuoi saperne una? Questa è una confessione personale, direttamente dalla mia pagina di Facebook:
Oggi, esattamente 14 anni fa, smettevo di giocare a basket.
Un tremendo infortunio e il crociato anteriore sinistro…PUFF!, si era polverizzato.
Per tanti, tanti anni non ho potuto che dedicarmi ad altro, o al massimo assaggiare un pochino il sapore della competizione sui campetti, dalle parti di casa e dall’altra parte del mondo.
Ora, lo sport più bello del mondo, sono tornato a coltivarlo, mettendoci la dedizione e il sudore, il cuore e la testa.
E tante ore, dentro e fuori la palestra.
Il mio obiettivo è recuperare il tempo perso, e calcare i parquet per almeno altri dieci anni.
E il mio pensiero va a te che capisci cosa significa coltivare una passione, talmente forte che a tratti chi ti sta intorno pensa sia un’ossessione.
Andrea Lisi, 22 Novembre 2015