Il medico non l'aveva ascoltata. Aveva aspettato troppo a lungo e il bambino era morto dentro di lei prima di nascere. Quando mi raccontarono del figlio che mia nonna aveva dovuto partorire, nato morto, capii meglio quanta sofferenza e ingiustizia ci fossero state in quegli anni. L'Italia del dopoguerra aveva ricostruito i suoi edifici, le sue strade e i suoi ponti, ma la medicina era ancora quella dei paesi di montagna, dove un medico arrogante poteva uccidere un bambino per pura presunzione e accusarlo di errore di calcolo.
