In un articolo su Devex, piattaforma americana che riunisce centinaia di migliaia di professionisti del settore, si evidenzia come quello che sta per finire sia stato per la comunità internazionale un anno di ristrutturazione e diversificazione dei flussi degli aiuti, con sempre maggior importanza al rinforzamento dei sistemi nazionali, con maggiore enfasi sulla governance e, in generale, un aumentato protagonismo delle istituzioni locali.
Sul fronte della salute globale ci sono state notizie incoraggianti, per esempio nella diffusione dei farmaci antiretrovirali e nella diminuzione della mortalità infantile causata dalla malaria. Tuttavia, il quinto Obiettivo del Millennio, relativo al miglioramento della salute materna, ha visto progressi ancora molto lenti.
Per quanto riguarda la lotta ai cambiamenti climatici, e tutte le loro relative ricadute in termini di povertà, i risultati sono sostanzialmente ambigui. Da una parte il Segretario generale dell’ONU ha nominato un gruppo di esperti per proporre dei Sustainable Development Goals che sostituiscano gli MDGs – che scadono nel 2015 – e colleghino l’ambito prettamente sociale ad una crescente enfasi sulle problematiche ambientali (gestione del rischio disastri e calamità naturali, recupero della biodiversità ecc.). La stessa UNEP (l’agenzia delle Nazioni Unite per l’ambiente) acquista sempre più potere e preminenza. D’altra parte, però, i negoziati (in particolare la COP19 di Varsavia) sulla riduzione delle emissioni di sostanze inquinanti hanno fallito ancora, lasciando intravedere uno spiraglio positivo solamente nella dichiarazione da parte della Cina di voler iniziare un taglio consistente delle proprie emissioni a partire dal 2016 – a fronte di un simile impegno da parte degli Stati Uniti.
All’interno delle grandi agenzie di base a Washington DC, come la Banca Mondiale e USAID (quest’ultima sempre più al centro di polemiche e a rischio esplusione nei Paesi latinoamericani “non allineati”*) vanno avanti le riforme in direzione di una maggiore efficienza degli apparati, della gestione dei flussi monetari e dell’assistenza tecnica. Nel sistema ONU è da segnalare il cambio al vertice nell’UNIDO (l’agenzia ONU per l’industria, di base a Vienna), con la nomina a direttore esecutivo di Li Yong, a testimoniare l’evoluzione geoplitica e il progressivo aumento del soft power cinese anche all’interno delle istituzioni internazionali.
Il 2013 è stato anche l’anno delle grandi crisi umanitarie in Siria e nelle Filippine, e della discesa nel caos dell’Egitto e della Repubblica Centrafricana (su cui VICE sta facendo stupefacenti video-report giornalieri). In questi giorni si delinea un altro principio di guerra civile nel martoriato Sud Sudan, che solo due anni fa aveva conquistato l’indipendenza e intravisto uno spiraglio di pace e ripresa socio-economica.
Questi e tanti altri temi della cooperazione internazionale allo sviluppo sono al centro dell’analisi contenuta nel mio ebook “OLTRE GLI OBIETTIVI DEL MILLENNIO”, in uscita a Marzo 2014.
* D’altronde c’è poco da stupirsi, dato che la stessa agenzia cita come suo primario obiettivo (giustificandosi così agli occhi dei taxpayers) la promozione degli interessi della politica estera statunitense.