“Se da un lato molti di noi si impegnano assai felicemente nel perdersi in pie illusioni, elevano questa pratica allo status di fallacia quando la usano al posto di un ragionamento.
Se accettiamo qualsiasi tesi sulla base del fatto che ci piacerebbe che fosse vera, piuttosto che in virtù di argomentazioni o prove che la fondano, siamo nel perimetro di questa fallacia.
Allo stesso modo, cadiamo nella medesima fallacia se rifiutiamo qualcosa soltanto perché il nostro desiderio è che non sia vera. (…)
Supporre che il mondo sia come noi vorremmo che fosse è un buon solipsismo ma una cattiva logica (…)
Le pie illusioni compaiono spesso per cambiare il colore dei giudizi sui risultati che non possiamo influenzare (…)

Questa citazione di Madsen Pirie suscita tanti spunti di riflessione. Ad esempio, uno di tipo politico in relazione a consapevolezze che personalmente ho acquisito qualche tempo fa.
Ci sarebbe poi un’ammissione più ampia della sola politica: sii come l’acqua (come dicono i cinesi) dinanzi alla vita.
E’ un discorso che da sognatore ho intensamente e lungamente rifiutato.
E’ una più ampia consapevolezza delle opportunità che si possono presentare quando si dà senso all’uso delle proprie energie.
E’ anche un più maturo, pragmatico ma non vile approccio allo studio e al lavoro.
Ed è pure un elogio della realpolitik – una meta-realpolitik personale e comunitaria – oltre che un metodo più raffinato (che non a caso sento veramente mio ora che ho 28 anni).
E’, in sostanza, una critica dell’utopia.
p.s.
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