PACE?

No, non è di quella pace che voglio parlare (magari ne parlerò prossimamente).

Dall’inizio della crisi si calcola che in Europa le banche abbiano ricevuto qualcosa come 4.500 MILIARDI DI EURO, un terzo del PIL dell’Unione Europea.
Nessun giornale dice alla gente che ciò significa precisamente:
<<Stai faticando e sbattendoti per sopravvivere, senza prospettive reali di miglioramento del tuo status, mentre qualcuno si è mangiato e continua a mangiare i frutti della tua fatica e di quella dell’intera collettività.>>

Dov’è la pace sociale? Le fondamenta del contratto (in parte scritto) su cui si basa la nostra vita quotidiana scricchiolano e, ormai, sentendo notizie di violenze – spesso autoinflitte – mosse dalla disperazione, c’è ben poco da stupirsi. Piuttosto il mio quesito è:

Se ne esce da soli o collettivamente?

Sulla prima ipotesi:
Il pensiero che ha dominato negli ultimi decenni ti dice di sgomitare, magari con furbizia, trovarti un “posto” e farti i cazzi tuoi vita natural durante.

E nel 2012? Nihil novi sub soli, anzi…
Dal mio punto di vista si tratta tuttavia di un’illusione distruttiva (in gran parte indotta).

Non solo, penso sia anche la causa profonda dello stato attuale di disgregazione, del ritrovarci monadi isolate e impotenti.

Ma dov’è anche la pace individuale? Siamo masse di sadomasochisti – ognuno di noi bisognoso di più o meno pesanti sfoghi che riproducano e magari sublimino la distruttività, la negatività e l’odio che vediamo tutt’attorno (i primi e più innocenti esempi che mi vengono in mente sono fumo, alcol e carne, ma la lista è variegata e multiforme, a voi i suggerimenti…).

Sulla seconda ipotesi:
Nessuna parola di rassicurazione enunciata da qualsivoglia istituzione sembra più avere credibilità, così come nessuna parte politica sembra proporre alternative concrete e, soprattutto, auspicabili. Nessuno riesce a veicolare un nuovo modello di sviluppo e una diversa visione dell’organizzazione sociale, se non la sinistra “radicale”, di fatti però senza capacità di egemonia tra la gente, perché priva di unità e frenata dagli errori commessi in passato.

Cosa resta, se non l’ora et labora per tempi migliori?

A margine di un tale ragionamento, volto a raccogliere più che altro alcuni spunti di riflessione, voglio quindi riproporre uno stimolo – individuale sì, ma non individualista – che penso abbia valenza universale, qualunque strada ognuno di noi decida di prendere per trovare un pò di…pace:

“..E io dico che la vita è davvero oscurità se non c’è slancio,
e ogni slancio è cieco se non c’è conoscenza,
e ogni conoscenza è vana se non c’è attività,
e ogni attività è vuota se non c’è amore.”

Kahlil Gibran

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