Salute per tutti

Lo sviluppo sostenibile è un insieme di discipline strettamente interconnesse. In questa lezione diamo uno sguardo a una delle più importanti, la salute pubblica, capendone i fondamenti e le strade da seguire nei prossimi anni

uGq6vnVbyFB_lLqfusRb2gDgp-GvMaFhmOJZA0UZj9c=w432-h450-noLa buona salute deve essere al centro di una strategia di sviluppo sostenibile. Un buon sistema sanitario è quello che permette ai bambini non solo di sopravvivere alle malattie, ma anche di crescere bene e farsi strada negli studi e poi nel mondo del lavoro, come soggetti produttivi. Dunque, avere una sanità efficace aumenta la capacità di una comunità di sviluppare il proprio capitale umano, svolgere attività economiche e attrarre investimenti.

Per tanto tempo la salute è stata considerata un diritto umano fondamentale. Tecnicamente, l’obiettivo è il raggiungimento del “più alto standard di salute fisica e mentale possibile” e lo si definisce così poiché una salute perfetta non può costituire un obiettivo umano. “Il più alto standard” si riferisce a ciò che è possibile con le conoscenze e le tecnologie attualmente a disposizione. Ebbene, il mondo è decisamente lontano da questo standard pratico.

Circa 6 milioni di bambini muoiono ogni anno prima di compiere 5 anni, la stragrande maggioranza di loro nei paesi in via di sviluppo e a causa di malattie prevenibili e curabili; in altre parole, l’obiettivo di una sanità migliore è perfettamente a portata di mano.

La prima grande “chiamata” internazionale in tal senso si ebbe ad Alma Ata nel 1978, quando i ministri della sanità di tutto il mondo si diedero come target la salute universale entro l’anno 2000. Tuttavia, le loro previsioni sono state evidentemente disattese, e solo con il varo degli MDGs proprio in quell’anno le politiche di salute pubblica nei paesi in via di sviluppo hanno poi ricevuto una grande spinta.

Gli ultimi quindici anni sono stati infatti un periodo di grande progresso in ambito sanitario a livello globale, e ora ci possiamo sentire più vicini alla soglia che ci permetterà di onorare la promessa di Alma Ata.

Il fatto che tre degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio siano stati dedicati alla salute è fatto degno di nota. Il quarto MDG riguarda la riduzione della mortalità infantile, il quinto invece quella materna, e il sesto il controllo delle feroci epidemie di massa come AIDS, TBC e malaria. In questi campi, lo stanziamento di fondi è stato ingente, e i risultati molto buoni.

GVVighb-dN5GcYnXnT1mnJ0c6FixAyBGi7H5kxX-9m8=w955-h500-noTuttavia, come ricordato sopra, le sfide sono ancora grandi. Il contesto è quello di una grande disuguaglianza nell’aspettativa di vita tra i paesi sviluppati (in media 80 anni) e di quelli meno sviluppati (solo 60). Ricordiamo ancora che i disastri sanitari di tanti paesi derivano da malattie del tutto curabili. A queste nazioni mancano però i fondi necessari, per quanto la somma media per abitante stimata sia solo di 60 dollari all’anno.

Jeffrey Sachs, economista e consigliere del Segretario ONU, ha prodotto 10 raccomandazioni fondamentali per il prossimo decennio:

  1. Gli attuali aiuti internazionali destinati alla salute sono circa la metà di quelli effettivamente necessari. Dunque i paesi ricchi dovrebbero destinare lo 0,1% del loro PIL all’assistenza sanitaria nei paesi più poveri.
  2. Metà di questi fondi dovrebbe essere canalizzata attraverso il Fondo globale per la lotta all’AIDS, TBC e malaria, che diverrebbe così il Fondo globale per la salute.
  3. I paesi a basso reddito dovrebbero allocare almeno il 15% degli introiti fiscali al sistema sanitario, arrivando a una spesa di almeno 60 dollari a persona all’anno, per garantire i servizi di base.
  4. Il mondo dovrebbe adottare un piano generale per il controllo della malaria, per un costo di circa 4-5 miliardi di dollari annui.
  5. I paesi del G8 dovrebbero tener fede alla promessa di garantire accesso universale ai farmaci antiretrovirali
  6. Il mondo dovrebbe dar seguito al Fondo globale contro la tubercolosi, riempendo il buco di 3-4 miliardi di dollari.
  7. Il Fondo globale per la salute e il Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione dovrebbero allargare l’accesso ai servizi sanitari in materia sessuale e riproduttiva entro il 2015
  8. Il Fondo globale per la salute dovrebbe indirizzare una parte dei fondi alla lotta contro sette malattie tropicali ancora sottovalutate e ignorate: anchilostomatide, ascaridiasi, tricuriasi, oncocercosi, schistosomiasi, filariosi linfatica e tracoma.
  9. I sistemi sanitari dovrebbero essere potenziati con un finanziamento che permetta la formazione in Africa di un milione di CHW entro il 2015
  10. Il mondo dovrebbe inoltre introdurre l’assistenza primaria (prevenzione e trattamento di massa) delle malattie non trasmissibili, tra cui quelle orali, visive, mentali, cardiovascolari e i disordini del metabolismo. Vanno incluse quindi anche misure di sorveglianza e cura clinica degli stili di vita (bandire fumo, grassi insaturi e promuovere il design urbano per un ambiente sano).

Come intuibile, alcuni di questi problemi, inseriti nella nuova agenda per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, non riguardano solo i paesi poveri..

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