Visto che per vari motivi mi trovo ormai da tempo in uno stato di totale rigetto per la politica, il mondo, lotte di qualsiasi tipo ecc., ammorbato da troppe cose viste e vissute soprattutto quest’ultimo anno in giro per il mondo, ho ben pensato di ripartire con la rubrica musicale di questo sperduto blog, che pure tanto successo ha riscosso, anche se l’ultimo post mi sa che risale a un anno e mezzo fa (i Down o i My Dying Bride? Difficile ricordare)
La musica non mi ha mai abbandonato nè mai veramente deluso, anzi.
Quindi da ora farò lo sforzo di dire al mondo qualcosa di quello che mi passa per la testa con riguardo a una delle attività che più mi rendono un maniaco: l’ascolto e la (ri)scoperta di musiche più o meno assurde dal metal in giù.
In questo caso si tratta del secondo album di questa sottovalutatissima band svedese fondata dal buon Tompa (Thomas Lindberg, voce degli At the gates e altri mille), dedita a un incrocio metal hardcore che di metalcore non ha proprio nulla.
Piuttosto sembra che gli At the gates, i Godflesh, i Fear factory, i Joy Division, gli Swans si uniscano in qualcosa di perfettamente fluido, quasi superiore a tutte le sopra nominate bands.
Per andare al succo, si tratta di uno stile unico, e anche abbastanza catchy, ma se sono qui a parlarne 6 anni dopo è anche perchè, nonostante tutto, evidentemente le masse (come al solito) non hanno colto il genio in questione.
Le 10 canzoni sono una più bella dell’altra, con strutture varie e una forza particolare negli arrangiamenti delle due chitarre così come nei pattern vocali di Tompa.
La sezione ritmica è semplice e diretta, evidenziata alla grande dalla buonissima produzione.
Cosa rende la mie lodi di questa più o meno dimenticata band credibili? In primis il fatto che Tompa sfrutta 3 diversi stili, con prominenza del cantato pulito, inedito ed efficacissimo (per me l’apice della sua carriera). Poi ci sono le atmosfere malsane create dalle chitarre, atte a formare un tutt’uno con i testi, ad un tempo poetici e disperati, cinici ed emozionanti (da groppo in gola direi).
Inutile spendere altre parole su questi ultimi..nel caso non vi compriate il cd originale (io ho il digipack con una grafica spettacolare) allora andateveli a leggere qua
Per me il capolavoro di questo disco è la canzone che ho caricato qui sotto (ho dovuta metterla io perchè fanculo su youtube non si trovava, e un pò alla volta caricherò tutto il disco sul mio canale), anche se sono personalmente legato a tutte, il sangue e l’inchiostro dei miei diari post-adolescenziali, le sere nel vento o in camera a urlarli e piangerli questi pezzi.
grande anche l’unico video ufficiale della band:
p.s. grazie al mitico magazine di avanguardia rock-metal Psycho!, defunto proprio all’espoca di questo disco, per avermeli fatti conoscere