L’Italia spiegata ai piccoli taiwanesi

La parte prevalente del mio lavoro qui a Taipei è stata (il progetto è agli sgoccioli) l’attività di class sharing con gli studenti di un paio di scuole elementari e medie. L’esperienza è stata tutto sommato difficile, nonostante spesso il “lavoro” si riducesse ad aiutare la prof nel preparare il the o qualche cibo con le piante appena raccolte in giardino.  La barriera principale è stata naturalmente quella linguistica, essendo spessi lasciati soli e senza alcun intermediario che traducesse i contenuti in inglese. La mia scarsa conoscenza della lingua (cinese standard, nel parlato tutto sommato uguale a quello taiwanese) è stata nondimeno d’aiuto e tutti si sono complimentati. Il primo degli obiettivi sulla mia lista quando sono partito era proprio questo: praticare, praticare, praticare. Certo, in un mese non si può progredire più di tanto, soprattutto se non si ha assolutamente tempo per studiare, ma sicuramente tutte le ore passate a scrivere caratteri e a esercitarmi sui complicatissimi toni di questa maledetta lingua sono tornate utili.

Un altro ostacolo – non indifferente – è stata l’acuta timidezza dei ragazzini taiwanesi. Anche qui, rimarco che non è poi così strano; anch’io a 12-13 anni ero un tipo super-super-timido. Ma qui si è aggiunto il peso della rigorosa educazione cinese, fin troppo dura con i bambini, i quali di solito sono assolutamente scoraggiati dal fare domande e dall’intervenire durante la lezione.

La penitenza: per ogni sgarro un’ora faccia al muro

Personalmente ho trovato più entusiasmante e gratificante l’insegnamento di alcune nozioni di base della cultura del mio paese.  L’interazione è stata spesso difficile, e come potete vedere nel video in basso, spesso c’è stato bisogno di arrivare alla parte finale, quella sul linguaggio del corpo, per colpire nel segno e scuotere i giovani cinesi – che ficata vedere le ragazzine imparare subito tutti i gestacci più volgari e riprodurli mentre dopo la lezione si avviavano verso il bagno…

Nel video qui di seguito potete vedere una delle lezioni di cultura europea. Quel giorno ero alquanto stanco, stordito e balbettante (come avrete capito dai post precedenti, non ho dormito molto negli ultimi trenta giorni). C’è da dire pure che era la seconda ora di lezione di seguito e che nelle successive presentazioni abbiamo inserito numerosi ritocchi per migliorare il tutto e renderlo di più facile comprensione. Ma è abbastanza divertente, e ovviamente quando è arrivato il momento dello sciuscio gaetano tutta la classe era abbastanza scioccata:

Infine, un’altra fase del progetto ci ha visto partecipare alla realizzazione di due e-book in collaborazione con la scuola elementare di Zhuwei, quartiere a nord di Taipei:

Plum Tree Creek School Book

Love our Plum Tree Creek

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