Porre fine alla povertà estrema

In questa nuova puntata parliamo dell’agognato sogno – ora trasformato in obiettivi globali – della cancellazione della povertà dal mondo

Photo16Nelle lezioni precedenti abbiamo visto come la crescita economica si sia diffusa grosso modo in quasi tutto il mondo, e soprattutto che dove questa è arrivata la povertà estrema ha subito un declino considerevole. Ci sono buoni motivi per confidare nella diffusione di una crescita sostenuta e sostenibile anche alle regioni ancora non toccate – specialmente all’Africa tropicale – e quindi nell’eliminazione delle ultime sacche di miseria. Tale rosea prospettiva non è tuttavia in alcun modo garantita. Dovrà essere conquistata attraverso un preciso sforzo a livello globale, nazionale e locale – non avverrà certo da sé.

Quando si parla di povertà estrema si fa di solito riferimento alle persone che vivono al di sotto della soglia di 1.25 dollari pro capite al giorno. Tale cornice è data dalla Banca Mondiale e include circa 1 miliardo e duecento milioni di individui. Se usassimo invece 2 dollari come riferimento includeremmo almeno 2 miliardi di persone. In ogni caso, gli esperti stanno lavorando a una definizione più completa di questo stato di cose, dato che sappiamo che i poveri sono coloro che non hanno il reddito o i servizi pubblici necessari per soddisfare i propri bisogni di base. Si tratta di bisogni materiali fondamentali che garantiscono la sopravvivenza e la dignità umana, come il cibo, l’acqua potabile, l’igiene, la casa, i vestiti, l’accesso alla sanità e all’istruzione e ad altri servizi come energia e trasporti.

Il primo degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (MDGs) trattava proprio il tema centrale della povertà estrema. Se consideriamo tutti i paesi in via sviluppo come una singola entità, dal 2010 possiamo dire che è stato raggiunto, essendosi il tasso di povertà dimezzato (avendo come anno base il 1990). Ciò ci dà la speranza che tale fenomeno possa scomparire anche da quei luoghi dove ancora imperversa, specialmente l’Africa sub-sahariana. Qui il tasso di povertà tra il 1981 e il 1999 è addirittura salito, e solo dopo il varo degli MDGs, nel 2000, ha iniziato a scendere. La nazione che ha raggiunto i risultati più strabilianti è senza dubbio la Cina. Grazie alla portentosa crescita registrata dall’epoca delle riforme di mercato di Deng Xiaoping, la Repubblica Popolare Cinese ha portato il tasso di povertà dall’84% del 1981 al 12% del 2010.

mdgsLe previsioni – sempre da parte di esperti come quelli della Banca Mondiale – sono realisticamente di una fine della povertà estrema sul pianeta attorno al 2030-2035. Quest’idea, come ho approfondito in OLTRE GLI OBIETTIVI DEL MILLENNIO, è senza dubbio eccitante ed ha entusiasmato l’umanità per molto tempo – con particolare enfasi in Europa a partire dall’Illuminismo. Può sembrare utopica o fantasiosa, ma è in realtà una questione molto pratica, che si basa sull’evidenza e le esperienze degli anni recenti.

Nell’Africa sub-sahariana gli sforzi in tal senso stanno già producendo cambiamenti notevoli, con tassi di crescita medi attorno al 6% annuo. Il successo richiederà buone politiche economiche e anche il partenariato di altre parti del mondo (non più solo i ricchi paesi OCSE, ma anche gli emergenti BRICS).

Attorno al 1930 John Maynard Keynes fece una previsione simile, affermando che il cambiamento tecnologico in atto avrebbe nel giro di un centinaio d’anni posto fine alla povertà. Il suo pensiero si limitava alle regioni industrializzate della sua epoca e aggiungeva varie condizioni (che non ci fossero altre grandi guerre e che la popolazione non aumentasse troppo). Ebbene, il grande economista ha avuto ragione in anticipo per quanto riguarda la nostra parte di mondo (che si è liberata progressivamente del flagello della povertà estrema dopo il 1945). È ancor più interessante tuttavia notare come le date (1930, 2030) tendano a coincidere, e quanto appaia ora concreto tale pensiero, soprattutto alla luce di un altro devastante conflitto e della triplicazione della popolazione sul pianeta avvenuti nel frattempo…

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p.s.

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