Oggi ho voglia di dedicare un piccolo spazio ai miei passaggi preferiti del “diario di una vita straordinaria” che Longanesi ha pubblicato a dieci anni dalla morte di Tiziano Terzani, o Anam. Personalmente nutro profonda ammirazione per tutto il percorso di vita e professionale dell’uomo, giornalista, scrittore. Probabilmente la saggezza indiana che ha saputo trasmettere con occhi da scettico fiorentino è il suo lascito più importante. Gli ultimi anni, passati in larga parte tra le montagne al nord del subcontinente, sono quelli in cui ha dedicato maggiori energie alla ricerca spirituale e di cui ha riportato maggior testimonianza nelle pagine che ora private non sono più:
Bombay (India) Mi rendo conto dell’incredibile fortuna di essere nato sul Mediterraneo.
Dacca. L’odore dell’India è l’odore di merda.
Delhi-Hartwa-Tehri. Se non fosse per la sporcizia, l’India sarebbe ancora uno dei posti più romantici al mondo.
Guwwahati-Shillong. Parto di nuovo per una destinazione sconosciuta, un posto dove non sono mai stato e in cui non andrò mai più. Forse ci vado solo per questo; ma vale ancora la pena?
Binsar. Parliamo di Folco. Dico che il più grosso lavoro l’ha fatto su di sé, che con questo è diventato una bella persona.
Dice Vivek che è l’unico lavoro che valga la pena fare, il resto si organizza da sé.
<<Temo>>, dico io, <<che questo però non lo abbia preparato al mondo fuori che è così duro e terribile.>>
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<<Ma il mondo dentro è ancor più duro e poi… ciò che è il mondo fuori non è che il riflesso del mondo dentro.>>
(…) Secondo Vivek l’unica cosa che veramente abbiamo e di cui possiamo disporre è la nostra capacità di amare e quella è una grande forza che possiamo dare incondizionatamente.
(…) L’ingordigia è in tutti, è nello spirito del tempo e non può essere cambiata facilmente. Il cambiamento di una persona è già tanto, ma la lotta fra queste forze è sempre in atto, anche ora è in corso.
(…) Penso a tutti i giovani con buona preparazione che si sentono persi e senza senso nel mondo. Si mettano in marcia, a ogni angolo c’è un problema da risolvere, qualcosa da imparare.
(…) Parliamo del dolore. Secondo Vivek: <<L’atteggiamento dell’uomo moderno è di evitare a tutti i costi il dolore e la sofferenza ed è per questo che non si rende più conto del loro lato positivo. Il dolore rafforza l’uomo e se non soffre gli manca quella forza. Non voglio dire che tutti debbano soffrire, ma se la sofferenza viene, potrebbe avere un significato e ha senso armonizzarsi con essa.>>
Come dice un grande sufi: <<sono il viaggio, la meta e il viaggiatore, nient’altro che me stesso verso me stesso>>
P.S.
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«It is not the strongest of species that survive, nor the most intelligent, but the one most responsive to change.»
Born and raised in Gaeta, Italy.
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