I quesiti fondamentali dello sviluppo sostenibile nell’insegnamento di Jeffrey Sachs

Quello che segue è il primo di una serie di approfondimenti sui concetti chiave che compongono la teoria dello sviluppo sostenibile. Ripercorrerò in sintesi gli argomenti trattati in OLTRE GLI OBIETTIVI DEL MILLENNIO (disponibile in anteprima su Amazon Kindle) alla luce degli insegnamenti del corso “The Age of Sustainable Development”, tenuto dal massimo teorico in tale campo, il Prof. Jeffrey Sachs della Columbia University.

L’abusato termine di sviluppo sostenibile è ai giorni d’oggi divenuto una vera e propria teoria politica, anche se la sua portata è ben più ampia di tale settore. Più precisamente, infatti, il termine (che alcuni critici, come i decrescisti, additano come ossimoro) è da intendersi sia come un modo di interpretare il mondo sia in quanto metodo per risolvere questioni globali.

Si parte dalla constatazione, triplice e mai banale, della vastità odierna dell’economia mondiale, del suo continuo accelerare (con un tasso di crescita di circa il 3-4 per cento annuo) e della sua profonda iniquità sotto il profilo della distribuzione del reddito tra e all’interno dei vari Paesi. Il nostro è un mondo di favolosa ricchezza e di tremenda povertà. Sostanzialmente un numero enorme di persone (nell’ordine di miliardi) gode di longevità e buona salute neanche immaginabili per tutte le generazioni precedenti, mentre tanti altri continuano a lottare quotidianamente per la mera sopravvivenza, dovendo fronteggiare ogni giorno malnutrizione, malattie e privazioni di ogni tipo.

A ciò va aggiunto il fatto che l’economia mondiale sta creando un’immensa crisi ambientale; talmente grave da minacciare il benessere umano, e addirittura la sopravvivenza stessa di milioni di specie sul nostro pianeta, tra cui la nostra.

Da un punto di vista di ricerca intellettuale, lo sviluppo sostenibile prova dunque a comprendere i legami e le interazioni di tre sistemi complessi differenti: economia, società e ambiente; lo fa ponendo quesiti del genere:

Cosa produce crescita economica? Perché la povertà persiste? Cosa succede ora che miliardi di persone si ritrovano interconnesse attraverso mercati, tecnologia, finanza e reti sociali? Come fa una società con redditi, ricchezza e potere tanto ineguali a funzionare?  Possono i poveri fuggire dal loro destino? Possono la fiducia e l’empatia umane superare le divisioni di classe e potere? Cosa succederà ora che l’economia mondiale è in rotta di collisione con l’ambiente che ci circonda? Esiste un modo di invertire tale rotta, o di combinare sviluppo economico e sostenibilità ambientale?

C’è però anche un altra maniera di intendere lo sviluppo sostenibile, e cioè in senso normativo, quale dottrina che suggerisce una serie di obiettivi a cui il mondo dovrebbe aspirare. In sintesi, si invoca una crescita economica socialmente inclusiva e sostenibile da un punto di vista ambientale. Il mezzo per raggiungere gli obiettivi di ordine economico, sociale ed ambientale è esso stesso un target da raggiungere: il buon governo. Quest’ultimo, nel mondo odierno, non si limita alla gestione del potere da parte dei governi, ma tira in causa anche le aziende multinazionali (che spesso sono gli attori più potenti).

Facciamo attenzione però, dato che questi enunciati travalicano ampiamente il linguaggio politico: in sostanza, questa teoria va usata come strumento per affrontare la più grande sfida che la nostra generazione si trova dinanzi. Non a caso, il sottotitolo al mio libro recita: “La sfida dello sviluppo sostenibile nell’agenda delle Nazioni Unite per il Post-2015”; il nostro è un mondo sovraffollato, degradato e iniquo. Comprendere, e poi affrontare tale sfida significa innanzitutto rendersi conto della sua complessità. Sia nel trattare la povertà che le catastrofi ambientali o altri fenomeni vanno sempre tenute in conto molte cause, facendo di volta in volta una “diagnosi” del singolo e specifico caso.

Qual è una società buona? Va da sé che non è semplicemente una dove vi sono alti stipendi. Le persone valutano anche quanto e come la ricchezza viene distribuita tra i vari membri. La maggior parte di noi poi giudica fondamentale la natura e la sicurezza di vivere in un ambiente sano, che ci pare vada sempre più rarefacendosi. Inoltre, se la classe dirigente (politici ed aziende) è inaffidabile, se c’è corruzione, se abbiamo discriminazione nei servizi e poca fiducia nelle istituzioni, è evidente che non si hanno assolutamente le condizioni per prosperare.

Nel prossimo post si scandaglieranno in profondo le dimensioni di disuguaglianza e povertà

Intanto scarica subito sul tuo kindle l’anteprima di “OLTRE GLI OBIETTIVI DEL MILLENNIO”, dove approfondisco le grandi sfide dello sviluppo sostenibile, oltre alla storia e alle novità più rilevanti nella lotta alla povertà.

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p.s.

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